News

Librinnovando: riflessioni sull’editoria che innova

Librinnovando 2011, l'editoria che innovaA Librinnovando 2011 c’eravamo anche noi: io, Davide a seguire l’incontro e a mandare centinaia di Tweet e due miei colleghi al workshop sugli epub, per capirne di più sulla creazione di un ebook.

Chi mi conosce lo sa: amo i libri, amo leggere e faccio il tifo per gli editori.

Facendo un bilancio sulla giornata, devo dirvi però che mi aspettavo qualcosa di più da una manifestazione che aveva come tema “il futuro dell’editoria”.

Ho assistito durante la mattinata ad una presentazione di realtà editoriali che stanno sperimentando come provare ad avere successo nell’editoria online: mi è piaciuto l’intervento di Cecilia Averame che mi ha fatto tornare indietro di almeno dieci anni a quando programmavo Mud e avventure testuali via internet, così ho trovato interessante lo studio delle proposte e delle combinazioni di ebook proposto da Matteo Scurati di BookRepublic.

Nel pomeriggio, dopo un pranzo con tutti gli altri amici di Twitter, ho finalmente visto delle soluzioni concrete e innovative su come sfruttare l’iPad: da un pinocchio interattivo e spettacolare ad una storia dei tre porcellini frizzante e coinvolgente pensata per i più piccoli.
Mi ha lasciato piacevolmente stupito l’intervento di Marco Dominici, conosciuto dal vivo poche ore prima: la sua presentazione è stata impeccabile e coinvolgente.
Complimenti anche a Elena Asteggiano per il suo intervento e per il servizio di comparazione sui lettori ebook su www.ebookreaderitalia.com.

Alle 4 di pomeriggio, tutta la sala B4 era in fermento: dopo tanti interventi da parte delle aziende, era il momento di ascoltare la “voce dal basso dei blogger” che negli ultimi mesi hanno lavorato al massimo per dare il loro contributo alla manifestazione.
Sondaggi, dati, grafici, analisi che in modo chiaro e semplice hanno messo in luce punti di forza, aree di miglioramento e possibili trend degli ebook e di altri prodotti digitali.

Peccato per il tempo: vi avremmo ascoltati tutti per ore.
Tra le frasi più efficaci:
A proposito di Twitter, Arturo Robertazzi, dice “Preciso: @Einaudieditore è un polo culturale. @Librimondadori un televisore. I due poli su Twitter. #librinnovando”.
Marta Manfio che mostra i dati a supporto della sua affermazione: “il pubblico non ama i DRM”.
Marta traverso “l’uso di anobii può non essere utile a breve, ma sicuramente lo sarà nel lungo periodo”
Per tutte le altre, potete comprare il libro che raccoglie tutti i loro interventi:
“La lettura digitale e il web”.

E ora le mie conclusioni: se si parla di vera innovazione ho visto ben poco nell’aula B4.
Ho visto interessanti esempi di sperimentazione, applicazioni e implementazioni ma a me piace guardare oltre la linea dell’orizzonte, perché è lì che si trova la soluzione visionaria che rompe gli schemi.

In questi anni ho dei continui dejavù: alcuni anni fa arriva Facebook e tornano di moda i “giochini” stile scacciapensieri del Commodore 64 e dei primi pc, implementati dentro il social network.
Poi è la volta delle migliaia di applicazioni che mandano cartoline, frasi e finte maledizioni se non inoltri ad almeno 10 amici il messaggio.
Ora usiamo i tablet come player di “semplici” prodotti multimediali: non dico che sia facile farli, anzi in molti casi le soluzioni che ho visto sono dei gioielli, prodotti diversi, nuovi ma non sono innovativi.
Sono la versione “2.0” dei vecchi cd o dvd multimediali di fiabe e storie per bambini.
Tutto questo sarebbe comunque fantastico se si potesse realizzare a costi accessibili: se mettiamo insieme però programmazione, grafica, colonne sonore, parlato, regia e tutto il resto, si ottiene un prodotto che ha uno zero di troppo nella sua realizzazione.
Dall’editoria che innova mi aspetto di più.

Quello che ho visto finora mi sembra ancora fortemente legato alla fissità funzionale: usare un oggetto per lo scopo per cui è stato realizzato.
Un’ipad non è solo un ebook reader, un ebook reader non serve solo per leggere libri o ascoltare mp3. Questi device sono nati per fare questo e molto molto altro ancora.
Quando Steve Jobs ha mostrato al mondo l’iPad, ci ha aperto una nuova era, un nuovo mare di possibilità.
La nostra mente che non conosceva fino in fondo questo strumento ha cercato di associarlo a qualcosa di conosciuto: abbiamo creato quindi applicazioni per usarlo in questo modo.
Siamo ricaduti nella fissità funzionale dell’oggetto.
In quali altri modi possiamo invece usarlo? Cos’altro possiamo realizzare con un ipad e più in generale con un tablet?
Quante migliaia di possibilità ancora inesplorate ci aspettano?

Io credo che dovremmo iniziare a fare una distinzione tra ebook e prodotto digitale.
Per me comprare un ebook, significa avere subito una copia identica del libro cartaceo: non devo aspettare che il corriere me la consegni, la posso portare sempre con me insieme ad altri 100 titoli, posso usare strumenti avanzati di ricerca, aggiungere note e quant’altro.

Un prodotto digitale è qualcosa di diverso da un ebook: non parlo di come sarà realizzato se tramite app, web app o sito web.
Parlo del prodotto killer che per la sua genialità, per il modo con cui se ne parla, per le sue funzioni e per quello che permette di fare, diventa un passaparola naturale, un tam tam in grado di attraversare il globo.

Questa è l’innovazione dell’editoria che cerco.
Rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci tutti sotto.
C’è tantissimo da fare.

Appuntamento a Librinnovando 2012, portiamo tutti idee e novità.
Forza!

Davide Giansoldati

Scrivi un commento